“Il biondo mi ha sempre appassionato: è il colore più difficile da realizzare e amo le sfide” racconta Sebastiano Attardo@Imago, Milano. “Il mondo della colorazione non è solo arte: occorrono studio e metodi innovativi per ottenere sui capelli il risultato che si desidera. A tanti colleghi manca una vera conoscenza colorimetrica: agiscono in modo automatico, sovente involontario. Occorre padroneggiare perfettamente la teoria per ottenere il risultato che si vuole, senza derive indesiderate. Per questo ho messo a punto l’Armocromia, un metodo di sfumature che insegno in Master Class private e che permette di ottenere sfumature di biondo molto naturali, anche se si parte da una base scura. Non si creano righe e non si generano riflessi giallo arancio.”

“I decoloranti hanno sicuramente una invadenza importante sul capello perché vanno a eliminare i pigmenti e a sensibilizzare i ponti di zolfo: in pratica lo vanno a svuotare all’interno. Oggi però i prodotti che utilizziamo sono super delicati e, per quanto mi riguarda, non vado mai a decolorare a 30/40 volumi, ma uso ossidazioni veramente molto basse per avere una schiaritura più pulita, che rimane nel tempo e non va a sensibilizzare il capello. Perché il problema sta sempre tutto nella decolorazione: se non si raggiunge il giusto tono di schiaritura subito, poi ci si aiuta con il tonalizzante, che però agisce su una base che già esiste. Per cui se nell’immediato il risultato può anche funzionare, la base rimane gialla-arancio e dopo qualche lavaggio il riflesso è visibile dalla cliente.”

“Il punto-consulenza è il cardine, perché il biondo è un sogno che bisogna saper tradurre. Per questo nasco con la consulenza d’immagine: è fondamentale imparare ad ascoltare, altrimenti facciamo sulla testa della cliente quello che vogliamo noi parrucchieri, senza dare corpo alle sue reali aspettative. In ogni caso qualsiasi esse siano, se i capelli sono troppo sensibilizzati non faccio alcun lavoro colore. Perché parto dal presupposto che una bella testa si ha solo quando il capello è sano. Se così non è, prima occorre ristrutturarli: un ‘no’ ben spiegato va detto senza paura. Se si facesse il lavoro, il risultato parlerebbe male del salone”.

“I biondi che desiderano le donne tendenzialmente sono freddi. Vogliono i beige, sabbiati, i biondo burro. Nuance che magari possono essere calde come tono, ma certo mai giallo o arancione. Fondamentale fare la decolorazione con ossigeni bassi, usare tonalizzanti specifici e ricostruire il capello. Poi però c’è un ultimo passaggio, determinante per avere un bel biondo: la manutenzione.
Perché 365 giorni l’anno i capelli sono in testa alla cliente, non da me in salone, quindi è importante che li curi lei a casa, nella quotidianità. Io posso fare un super lavoro ma poi se non lo gestisce nel tempo è come fare la liposuzione e mettersi a mangiare!”.