Se anche voi fate parte della vastissima schiera delle ‘bionde dentro’, donne che al fascino di una chioma patinata prima o poi nella vita non sanno resistere, dovete fare i conti con il fatto che il biondo non è un colore semplice. Innanzitutto perché alto è il rischio che sia poco naturale, così come del resto è facile che assuma, nell’arco di poco tempo, un brutto effetto stoppa. Incidenti di percorso che si possono evitare quando il salone a cui ci si rivolge non propone semplicemente una tinta, ma una vera e propria “blonde experience” dove la partita si gioca tutta prima di mettere mano al colore. Perché è solo un’analisi preliminare attenta e scrupolosa, incrociando una serie di dati, il colore dell’incarnato a quello degli occhi, il tono di partenza dei capelli e persino agli atteggiamenti psicologici, che si arriva al biondo giusto per il proprio viso.

Il biondo fatto ad arte? Quello che non rivela al mondo che avete appena fatto il colore. Il che tradotto in pratica significa innanzitutto che il parrucchiere non può usare un solo tono ma mescolare con sapienza tante diverse sfumature in un gioco armonico che valorizza i tratti con discrezione. Indispensabile poi che in salone non ci si occupi solo della tinta ma anche della qualità del capello accompagnando la seduta colore con trattamenti ristrutturanti che rendono il capello forte, elastico, con una fibra compatta e idratata. Perché su un capello secco il biondo perde di appeal e rischia persino di diventare poco elegante ancora più che su un altro tipo di colore. Per mantenere i risultati possono aiutare le creme di protezione da applicare anche tutti i giorni su capelli asciutti e puliti.